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XVI.
Lo Cavalier valente
Si mosse isnellamente,
E gìo sanza dimora
Loco dove dimora
Cortesia grazïosa,
In cui ogn’ora posa
Pregio di valimento.
E con bel gecchimento
La pregò, che ’nsegnare
Gli dovesse, e mostrare
Tutta la maestria
Di fina cortesia.
Et ella immantenente
Con bel viso piacente
Disse ’n questa manera
Lo fatto, e la matera.
Sie certo, che Larghezza
È ’l capo, e la larghezza
Di tutto mio mistero,
Sì, ch’i’ non vaglio guero,
E s’ella non m’aita
Poco sarò gradita.
Ell’è mio fondamento,
E io su’ adornamento,
E colore, e vernice;
E chi lo ben ver dice,
Se noi due nomi avemo,
Quasi lo stesso semo.
Ma a te, bell’amico,
Primamente ti dico,
Che nel tuo parlamento