Pagina:Raccolta di rime antiche toscane - Volume primo.djvu/47


47
E vidi a li occhi miei

     Esser nate da lei
Quattro Regine figlie,
     E strane maraviglie
Vidi di ciascheduna;
     Ch’or mi parea tutt’una,
Or mi parean divise,
     E ’n quattro parti mise:
Sì, ch’ogn’uno per sene
     Tenea sue proprie mene;
Et avea suo legnaggio,
     Suo corso, e suo viaggio,
E ’n sua propria magione
     Tenea corte, e ragione:
Ma non già di paraggio,
     Che l’uno è troppo maggio;
E poi di grado, e ’n grado

     Ciascuna va più rado.


XIV.


Et i’, ch’avea volere

     Di più certo savere
La natura del fatto,
     Mi mossi sanza patto
Di domandar fidanza:
     E trassemi a l’avanza
De la corte maggiore,
     Che v’è scritto ’l tenore
D’una cotal sentenza:
     Quì dimora Prudenza;
Cui la gente ’n volgare
     Suole senno chiamare.

E vidi ne la corte,