5Però mi movo e di voï vo’ dire, Che lungo tempo andate orgogliando; E ’l vostro canto vae rallegrando La gente, a cui faceste mal patire. Stando in gioja ed in solazzo, poco 10Era in voi di bene conoscenza, Poichè regnar vi vedeste in quel loco, Lo quale a Dio non era ben piacenza. Però mi meraviglio come tanto E’ lo soffrisse a farvi esser codardo. 15Parmi per certo potete dir, ardo, E consumare in doglia il vostro canto. Per tradimento che ’n voi era essuto, Già non mi par ne possite scusare. Ma era al nostro Signor rincresciuto 20La vostra vita, che sì mal menare Vedea in mondo, che gli era spiacere: Però non volse devesse regnare. E voi, appresi siete a biastimare, A mal conforto avete lo volere, 25Sacciate che le doglie certamente Hanno stagion, chè per lunga stagione Mantenete li mal comunalmente, E fate star fuor delle sue magione A molti, ch’eran buon de’ comunali 30Di Toscana e della fede pura: Paretemi di gente da ventura A trovar sempro de le bestie eguali: Però che tardi andate parlando Del vostro pensier, che van l’approvo, 35In grande altezza ed in valore stando Era ragion di pensar com’ mi movo A far vertute non debbo fallanza, E disformarlo dello suo onore.