Ma esta sottilitate
Tocca a Divinitate.
Et io non mi trametto,
Di punto così stretto:
E non aggio talento
A sì gran fondamento
Trattar con uomo nato.
Ma quello, che m’è datto
I’ lo faccio sovente:
Che se tu poni mente,
Ben vedi gli animali,
Ch’io non li faccio iguali,
Nè d’una concordanza
In vista, ne ’n sembianza.
E d’erbe, e fiori, e frutti,
Così l’alberi tutti
Vedi, che son divisi
Le nature, e li visi;
A ciò, ch’i’ t’ho contato
Che l’uomo fue plasmato,
Poi ogne creatura:
Se ci ponesti cura,
Vedrai palesemente,
Che Dio onnipotente
Volle tutto labore
Finir ne lo migliore:
Ch’a chi bene incomenza,
Audivi per sentenza,
Che ha ben mezzo fatto.
Ma guardi poi lo tratto:
Che di reo compimento
Avvien dibbassamento
Di tutto ’l convenente.
Ma chi orratamente