Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
17 |
Li belli occhi, e le ciglia,
E le labbra vermiglia,
E lo naso affilato,
E lo dente argentato,
La gola biancicante,
E l’altre beltà tante
Composte, et assettate,
E ’n suo loco ordinate,
Lascio, che non le dica,
Non certo per fatica,
Nè per altra paura.
Ma lingua, nè scrittura
Non saria sufficiente
A dir compitamente
Le bellezze, ch’avea,
Nè quant’ella potea
E ’n aera, e ’n terra, e ’n mare,
E ’n fare, et in disfare,
E ’n generar di nuovo,
O di concetto, o d’uovo,
O d’altra comincianza,
Ciascuna a sua sembianza,
E vidi in sua fattura,
Ched ogne creatura,
Ch’avea cominciamento,
IV.
Ma poi ch’ella mi vide,
La sua cera, che ride
In ver di me si volse;
E poi a se m’accolse
Molto bonariamente;
C