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Li belli occhi, e le ciglia,

     E le labbra vermiglia,
E lo naso affilato,
     E lo dente argentato,
La gola biancicante,
     E l’altre beltà tante
Composte, et assettate,
     E ’n suo loco ordinate,
Lascio, che non le dica,
     Non certo per fatica,
Nè per altra paura.
     Ma lingua, nè scrittura
Non saria sufficiente
     A dir compitamente
Le bellezze, ch’avea,
     Nè quant’ella potea
E ’n aera, e ’n terra, e ’n mare,
     E ’n fare, et in disfare,
E ’n generar di nuovo,
     O di concetto, o d’uovo,
O d’altra comincianza,
     Ciascuna a sua sembianza,
E vidi in sua fattura,
     Ched ogne creatura,
Ch’avea cominciamento,

     Veniva a finimento.


IV.


Ma poi ch’ella mi vide,
     La sua cera, che ride
In ver di me si volse;
     E poi a se m’accolse
Molto bonariamente;

C