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Ver di ciò, ch’a presente
Ovrato hae, sì forte esso longiando.
Tutto secol, sia reo, ave suo buono,
Che magno usar ben pono;
Ma via maggior da lui partirsi è bello.
È bel di mal partire,
E a bene ben venire,
Parvo stimo senza ’l suo maggiore.
Che non vero valore
Approva se male ben vetando,
Nè ben ben cominciando,
Ma ben perseverando,
E meglio via gradir sempre a migliore,
E per amore stringer se a buono,
E vegna uno con ello.
Signore, e Padre mio, buon Messer Frate,
Se ben considerate,
Con quanto, e qual valor ’n mondo overaste,
Di cui nullo fu merto a veritate,
Molto penso, pensiate,
Avete a fare a ciò, ch’a ciò bastasse;
Che quanto gente è più mistier, gensore
Dimanda overatore
Degno, orrato, e retto esso operando.
Di terra intrando ad oro
Megliorar vuol lavoro;
Ma più di terra a Ciel, di mondo a Dio:
Nel cui lavoro non credo bastasse
Anche üomo, nè forse Angel alcono:
E tutti uomin per ono
Basteren quanto al buono.
Non vuol sol dunque uom far quanto può fare;
Ma chedre, e mendicare,
Voler scienzia, e poder per più potere.