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Che in sospetto t’hai dato
A chi vero giudicio, e giusto chere;
E t’hai messo in spiacere
Di ciascun, ch’hae questione;
Poi per tu’ allegagione
Quelle, per cui allegasti, è condennato;
E quello vinto dato,
Che biasmasti, o villan, come ladrone.
Voglia giudice te ciascun, che chere
Falsa sentenzia avere;
E chi perder vuol piato
Avvocato; e a cui venisse in grato
D’esser da te laudato,
Facciasiti nemico;
E dilettoso amico
Catun, che vago è ben di prender onta.
Non è di lancia ponta,
Nè di tagliente spata
D’alcun nemico intrata
Sovra Corrado più, che ’l tuo laudare.
Piaga, che non sanare
Porrà giammai, hai lui (credo) prestata.
Oh non Giudice già, ma Gioculare!
Come disonestare
Ardisti sì la dignità, t’è data?


lettera vii.

a messer marzucco scornigiano.


Messer Marzucco Scornigian, sovente
Approvo magnamente
Vostro magno saver nel secol stando;
E tutta via vicin fu, che neiente

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