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Onde perdei tacere,
E procacciai saver meglio guardando.
Messer Conte, in vostro amore son servo,
Ma di quello savere
Che avete in voi, per me tenere,
Ch’al vostro assempro volontier m’asservo.


lettera iv.

a n. n.


O Generale in Toscana, e Vicaro
Del novel Carlo, Re mirabil, magno;
Di buono amor permagno
Servo voi buono, buon Signor mio caro:
Di vostra visïone interpretare,
E di quanto vo’ pare
Imponer me, salvo sempre l’onore
Del vostro, e mio Signore;
Di quanto vaglio, son di gran cor presto.
Com’ io credo, che ben conto si’ a vui,
Catuna cosa, in cui
Diversa ha intenzione,
Ne comanda ragione
Apprenderne al men laido, e al più onesto.
Onde seguendo questo
Diviseraggio in vostra visïone.
Vostra visïone dite a me, foe;
Che donna una a mirabil fazione
Purge’ a voi un Falcone;
Ciò che ’n più guise l’uomo intender puoe.
Che Vertù si porrìa dir Donna tale,
Che Pregio porge, il quale
Vola, e prende Gioja, che pasce mente: