Avete a suo malgrato:
Ond’ è non poco onrato
Vostro sennato, e retto, e car savere:
Che dove guerra ha catun tribulato,
E deserto a podere,
Fa voi pace gaudere,
E di terra, e d’onor crescevi stato.
Dunque, car mio Signore,
Se poder tanto, e ardire
Avete voi a battaglia fornire,
E pure la schifate tutte l’ore,
A me, che vile tanto, e debol soe
Come laudare cioe?
Salvo la vostra grazia,
Pregio, e amor non pare;
E se di minore, o vero di pare
Me confortaste, scuseriavi alquanto.
Ma di tal uomo, e di tanto,
Com’è ’l buon Guidaloste,
Non vo’ romper le coste
A le gran giostre, e valorose sue;
Che tante, come ’l dice, hanne già rotte.
E s’a lancia prò fue,
E a la lingua via piue,
Che sol valer si dice in giostrar motte;
Messer Conte, mercè,
Piacciavi, che mi disdica, per Dio,
Che voi non dico, for vostro congiato,
Nè se dire oso tanto, ho ’l contra grato;
Che com’ ben non ben saggio
Del suo gran vassallaggio,
Non ad oltraggio già, nè folle ardire,
Ma sol semplicemente amor pensando,
Risposi al suo piacere;