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Non giovenil desìo
Non negligenza, nè pigrezza alcuna,
Nè cosa altra depona
Vostro iscudo da ben forte pugnare;
E dove fer più pare
Valore aoperare,
Più vi sia disioso;
Che non leve, e giojoso,
Ma grave, e periglioso
Mestieri fa vero valor provare.
Siccome cuoco buon cresce vidanda,
Ove famiglia aggranda;
Cresca sempre, e inforti,
E a vigor conforti
Così vostro valore;
E forte, e retto pogni,
Quanto più grave, e forti,
E spessi ver di voi pugnan bisogni,
Giojendo sempre, e onorando onore.
lettera iii.
al conte da romena.
O Conte da Romena, a me non poco
Gradirìa a voi grazire;
Ma battaglia servire
Non certo sembram’ gioco,
E spezialmente contro mio forzore;
E non so già, Signore,
Che d’ardimento, e di poder voi vaglia
Che più di voi schifata aggia battaglia.
Da ogni parte guerra evvi venuta,
E voi pace tenuta
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