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Ch’avanzate a ragione

     E Seneca, e Catone.
E posso dire ’n somma,
     Che ’n voi, Signor, s’assomma,
E compie ogne bontade;
     E ’n voi solo assembiate
Son sì compitamente,
     Che non falla neente,
Se non com’auro fino.
     Io Brunetto Latino,
Che vostro in ogne guisa
     Mi son sanza divisa,
A voi mi raccomando.
     Poi vi presento, e mando
Questo ricco Tesoro,
     Che vale argento, et oro:
Sì, ch’io non ho trovato
     Uomo di carne nato,
Che sia degno d’avere,
     Nè quasi di vedere
Lo scritto, ch’i’ vi mostro
     In lettere d’inchiostro.
Ad ogne altro lo nego,
     Et a voi faccio prego,
Che lo tegniate caro,
     E che ne siate avaro.
Ch’i’ ho visto sovente
     Vil tenere a la gente
Molte valenti cose:
     E pietre prezïose
Son già cadute ’n loco,
     Che son gradite poco.
Ben conosco, che ’l bene

     Assai val men, chi ’l tiene

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