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o[xx]o

PER LA FESTA
DELLO RISTABILIMENTO DELLA STATUA
DI S. AMBROGIO
SONETTO

G
ià cadde il marmo, in cui vivea l’indegno,

Che a Giulio in sen portò ferale insulto,
E cadde seco chi lui d’ara e cultos.
A scorno, e orror d’umanità, fè degno.

Già AMBROGIO, o tu di nostra Fè sostegno
Vivi ne’ bronzi, e più nell’alme sculto,
E al guardo, a cui finor giacevi occulto,
Sorgi del nostro suol fregio più degno.

Piombo con Bruto il Genio reo ben presto
Di libertà, che nella strage addita
L’empio suo germé, che qui pose innesto.

Ma questi enti l’obblio copra d’un velo,
E splenda AMBROGIO d’un’eterna vita,
Che lui la strage non costien, ma il Cielo.

Di N.N.