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salvo a mancare poi di parola! Cosa strana! Non dubitò mai d’ingannare, quando la sincerità poteva salvarla. Oggi che può salvarla, per poco almeno, l’inganno, neppur più sa adoprarlo.

Come poteva il senso cattolico non indebolirsi a fronte di simili atti? A questo deplorabile effetto ha contribuito potentemente altresì la posizione presa dall’Episcopato all’estero ed in Francia principalmente.

Gl’Italiani hanno dovuto a loro spese imparare a discernere gl’intimi motivi di chi s’impaccia de’ loro affari; e difficilmente s’ingannano. Come supporre che accettino quale espressione di zelo apostolico, di carità evangelica la parola adirata, amara, stillante fiele e bile de’ Mandements? N. S. G. Cristo disse mai tali e tante ingiurie ai peccatori, le sue collere furon grandi, è vero, contro chi teneva mercato nel tempio, e contro gli ipocriti, che chiamò progenie di vipere. Ma che hanno che far con costoro i poveri Italiani che son lungi dal volersi far passare per santi e cercano di porre un termine al mercato del tempio! E poichè ce lo strappano di bocca, non farebbero meglio, sia l’Episcopato, sia la Corte di Roma a far l’esame di coscienza e considerare se a loro non si applicassero con maggior ragione le sante ire del Redentore?

Come porre d’accordo il Papato del 60 col Papato del 48, che aveva proclamato al mondo non potere il Pontefice padre comune di tutti i cristiani, muover guerra a nessuno?

Come conciliare coi Zouaves pontificii il precetto che impose al pastore di dare il sangue per le sue pecorelle?

A fronte di questi fatti i cattolici più convinti dovettero ricordarsi del segno distintivo de’ buoni e de’ falsi