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Ma dopo tutto il già detto, si presenta una nuova riflessione abbastanza grave.
A Roma, per ora, c’è il Papa! —
XVIII.
Non solo c’è il Papa; ma c’è un Corpo d’armata francese, unicamente incaricato di mantenervelo.
Tutti conoscono la catena de’ fatti che ha condotte le cose di Roma a questo punto, e sarebbe superfluo in questo momento volerne fare il processo. Credo però che da tutti gli antecedenti risulti evidente che l’Imperatore Napoleone non può oramai nè protrarre indefinitamente l’occupazione di Roma, nè terminarla senza lasciare al Papa una posizione definita, conveniente e sicura.
La maggior difficoltà in questa questione sta nella differenza di vedute che necessariamente divide l’Italia dal resto de’ paesi cattolici e dell’Europa.
In Italia sempre è stato poco ossequiato il potere papale. Gl’Italiani l’hanno sempre avuto a portata e sottocchio, e l’hanno sempre stimato quel che valeva.
Questi sentimenti più o meno potenti e diffusi, a seconda de’ casi e de’ tempi, si svilupparono più che mai dal principio del secolo, e scomparsi un momento sotto la generale illusione che i principii di Pio IX avevano generata, ripresero con violenza maggiore nell’ultimo decennio.
Ma da due anni in qua, non bisogna farsi illusione, tali sentimenti hanno vestito tutt’insieme un carattere d’avversione, o d’indifferenza almeno al cattolicismo, che prima d’ora o non avevano, od avevano a un grado molto minore.