Pagina:Questioni urgenti (d'Azeglio).djvu/47


— 47 —

ardua che sia mai stata affidata alla mente, come alle più rare facoltà degli uomini; quella d’improvvisare l’armonìa, l’accordo fra le tendenze, gli usi, le leggi, gl’interessi di tanti Stati rimasti separati sinora. Quest’impresa esige non solo l’altezza di mente e di cuore più egregia, l’istruzione, la capacità più estesa in coloro che la debbono compiere, ma esige altresì che il Governo non stia in una regione agitata, non sia in un ambiente ove lo spirito pubblico non s’è raffermato ancora su solide basi, dove nè i poteri dello Stato, nè il potere giudiziario, nè i giurì, nè i testimoni sarebbero sicuri da influenze, da pressioni e da minaccie: esige che il Governo possa agire con quella calma e serena tranquillità che solo permette di vedere la verità nel suo splendore più limpido, e che non la muta, non la presenta incompleta, od annebbiata dalle passioni e dagli interessi che gli si stanno agitando d’intorno.

Io provo una profonda amarezza nel dirlo; ma l’Italia ed il dovere prima di tutto: e dico che Roma non la credo per ora campo adatto per il nuovo Governo.



XVII.


Per ben considerare l’importanza vera di questa questione, come per calmare desideri e timori esagerati, v’è poi da riflettere che in un paese come l’Italia essa si presenta sotto un aspetto ben diverso di quello che ha in altri paesi.

L’Italia non è un paese come un altro. Anche in questo la patria nostra ha qualche cosa d’eccezionale; sappiamone profittare. L’Italia ha il privilegio di non aver bisogno di capitale. Perchè una delle città Italiane sarà