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Stato? Sta nel toglier di mezzo e rinunziare, se occorre, e volontariamente, a que’ vantaggi apparenti, che mettono il vostro vicino nell’assoluta necessità di desiderarvi del male, e farvelo quando può. Sta nel riconoscere ognuno i suoi veri confini e sapervisi rinchiudere. Non sempre, è vero, sono egualmente definiti; ma in Italia volle Iddio (inutilmente sinora) che apparissero evidenti, e bisogna considerare ed accettare questo fatto come una fortuna.

Finchè la Germania non si attiene alla china settentrionale delle Alpi, e non lascia all’Italia la china meridionale, ad ogni commozione europea l’Austria dovrà diffidare dell’Italia, e mettersi in difesa contro essa. Si chiuda ne’ suoi veri confini, e nel giorno del pericolo al suo fianco verso Italia non avrà da pensare. È forse un danno per la Francia il non possedere la Navarra? Sarebb’egli calcolo accorto per la prima spendere tesori e vite per averla? Ogni paese più o meno ha la sua Navarra, e bisogna sapersene staccare come seppe la Prussia da Neuchâtel.

Quanto ai ministri poi degli Stati Germanici che si dichiarano decisi a far rispettare i confini della Confederazione, io dirò loro che non sarà male osservino prima di tutto se la Confederazione abbia rispettati gli altrui. Ove si trovi che essa per puro abuso di forza gli ha valicati, sarà cosa saggia ed utile per tutti il rettificarli secondo giustizia; e questa equa rettificazione sarà tanto per la Germania quanto per l’Italia, la più utile, la più durevole, la più economica delle fortificazioni.

Per tutti questi riflessi ho sempre pensato che il famoso quadrilatero cadrebbe, non sotto il cannone, ma sotto necessità prodotte dall’illuminata ragione de’ tempi.