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blica si arrestò, e richiese: Chi sono costoro che premiano l’assassinio? Sono un governo d’otto milioni d’uomini!
Ma il mondo civile non rigetta egli oramai da’ suoi codici la pena di morte, applicata per delitto politico? E quello che la coscienza pubblica tolse ai tribunali, si vuol dare a Napoli all’arbitrio dell’individuo? Non bastava la medaglia coniata per l’assassinio, vogliono ora aggiungervi l’onta di un decreto governativo che renda la complicità generale? Dunque la loro fede è quella d’Orsini? E sono Italiani costoro? Ma se l’Orsini riusciva, che ne sarebbe dell’Italia ora? L’opinione s’avvide che bisognava esaminare più da vicino chi era a Napoli, e che cosa vi si faceva.
Comparvero sui giornali i famosi telegrammi che ordinavano di far fuoco contro la bandiera nazionale; si pubblicarono le famose concessioni di strade ferrate; si seppero le prove tentate per ottenere la proroga d’un anno ad un potere sotto il quale le Strade ferrate potevano prendere così felici sviluppi.
Il mondo civile vide chiaro alla fine, e qual fu la sua sentenza?
Le elezioni lo mostrarono: — l’abbandono!
X.
Questa sentenza del gran tribunale, fondata sui Considerandi accennati, fu molto oculata, e seppe fare quelle distinzioni che la giustizia voleva. Essa non ha colpito nè il Generale Garibaldi, nè la maggior parte di que’ bravi ed arditi giovani che lo seguirono: ma bensì coloro che,