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fossero operati dagl’investigatori di tutti i tempi. Una nuova conferma mi proviene dall’aver letto non ha guari sul basso di un pilastro di tufo davanti alla basilica l’anno 1673 dipinto, certo ad indicar l’epoca della escavazione eseguita su quel terreno. Il sapersi che il canale di Sarno passa poco discosto da questo sito non prova uno scavo sopra terra, essendo ivi rimesso in uso un’antico acquidotto, e non fabbricato un nuovo.
I Pompeiani, dei quali io credo che poco numero sopravvanzasse all’eccidio della città, essendo mancata loro la via di mare (Plin. ep. XVI, VI), e trovando difficilissimo lo scampo alla vicina città di Ercolano, di Nola, e di Nocera, avranno ancor essi tentato qualche scavo sulle private lor case. Poscia altri cavatori veggiamo essersi traforati nei secoli seguenti per cunicoli spesso mal fatti, onde vi ebbero a lasciar la vita. Questi scheletri bisogna assai ben distinguere dai morti nel primo interrimento, e le supellettili trovate loro accanto: la qual cosa tuttocchè assai importante, convien dolersi che siasi trascurata nei metodi di scavo tenuti fin ora. Di recente videsi un muro di partimento di casa privata forato, ed uno scheletro ivi presso sepolto col capo in giù, e dopo lui altri sei; i quali furono manifestamente cavatori interrati dallo scoscendimento delle disciolte materie, tra le quali si aprivano la cava, e che essi non ebber l’accorgimento di sostenere con tavole. Sembra per alto, che gli strati di cenere e di lapillo sconvolti, ed ammassati non siano quel sicuro indizio, che altri