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perdurassero fu mestieri che gli strati di lapillo, e di cenere penetrassero nelle case, e si elevassero riempiendo tutto il vuoto fin di sotto al tetto; e ciò compirono poscia le piogge. Queste trasportarono quà il lapillo, là le ceneri, e l’uno e l’altro insieme confusi svariatamente, ove, e come loro si apriva l’adito, e più nelle parti della città situate in declivio, non bastando certo nelle parti elevate e poste in piano la copia del lapillo nè della cenere caduta ad invadere e coprire fino ai tetti le case. Il Rosini riferisce che il lapillo in Pompei, certo in quei luoghi che non sono in declivio, sale fino ai nove palmi, e sopra del lapillo per altri cinque palmi la cenere: ma con 14 palmi di cenere e di lapillo non si arriva a coprire le case neanche di un sol piano. Ben parmi di poi avvenuto che rivolgendosi a novella coltivazione tutto quel suolo, i coloni venissero demolendo a poco a poco gl’ingombri delle pareti sorgenti fuori del piano; onde accade, che sol tenui avanzi degli appartamenti superiori s’incontrano.
Escavazioni di tempi diversi in Pompei.
Quanta parte di Pompei, ed in che tempo si sterrò prima del 1748 non può dirsi con sicurezza. Dalle notizie che diligentemente ne raccolse il ch. Gastaldi, (Della Reale Accademia Ercolanese, p. 25 seg.) risulta, che almeno il forum cogli edifizii pubblici circircostanti, e così l’anfiteatro e i due teatri fosse rimasto sempre semisepolto, e perciò ivi gli scavi si