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posizioni come ognuno vede assai strane e prodigiose, siccome tutte affatto contrarie alle leggi le più certe, ed immutabili di fisica, di geologia, e di idraulica, e con tanta evidenza, che non fa luogo di spendervi più tempo attorno.

Adunque venendo il quella vece a dimostrare, come possa essere accaduto tutto ciò, che pur vediamo, fa piacere, che le mie esperienze si abbiano nel racconto di Plinio una scorta, e dirò di più, una storica spiegazione. Tutte le piogge cadono verticalmente, e solo si obliquano dalla forza dei venti: non sarebbe quindi da cercare nè lapilli nè cenere, nè scorie fuori del perimetro, a che può naturalmente distendersi perdendo la forza d’impulso quel materiale, che dal cratere venne spinto in aria in forma di colonna. Nubes oriebatur, dice Plinio, cujus similitudinem et formam non alia magis arbor, quam pinus expresserit. Nam longissimo velut trunco elata in altum, quibusdam ramis diffundebatur; credo quia recenti spiritu evecta, deinde senescente eo destituta, aut etiam pondere suo victa, in latitudinem evanescebat (ep. XVI). Or nella spaventosa eruzione del 79 spirava un vento gagliardissimo, siccome riferisce Plinio, e il più opportuno a chi da Miseno faceva vela incontro a quella parte del nostro cratere, ove un tempo fu Stabia, ora è Castellamare, contrario poi a chi voleva tenere un cammino opposto: (Pomponius) sarcinas contulerat in naves certus fugae, si contrarius ventus resedisset, quo tunc avunculus meus secundissimo (erat) invectus (l. c.)1.

  1. Malamente si appone il Rosini a stimarlo vento meridionale (Dissert. Isag. p. 72).