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cominciata nell’anno medesimo della loro Quinquennalità ci obbligano a vedere un gran movimento operato in questa colonia, lo che potea solo prodursi dalla nuova giunta di ricchi veterani, desiderosi di agi, e pieni delle grandiose scene della magnificenza romana, noi facilmente ci persuaderemo, che la erezione di questo edifizio non può preceder l’istesso anno quadragesimosettimo dell’ottavo secolo di Roma.

Non fo qui verun caso, come di cosa superflua, che i Duumviri C. Quinzio, e M. Porcio diconsi Quinquennali, carica, che secondo le buone osservazioni del Zumpt (Comm. Epigr. pag. 93), non essendo anteriore al 725, ci fa intendere viemeglio, che l’Anfiteatro di Statilio Tauro messo in piedi sin dal 724 offriva già un tipo ai nuovi dedotti, e ne accendeva loro anche più vivo il desiderio. Inoltre, se il nuovo ordinamento di Augusto del 725 aveva stabilito il nome e gli attributi del Magistrato Quiquennale, già l’Anfiteatro non avrebbe preceduto quell’anno, e però sarebbe sempre posteriore al romano di Statilio.

Ad appressarci inoltre all’anno preciso della Quinquennalità de’ Duumviri Quinzio e Porcio non ho altro mezzo, che la paleografia ed ortografia della iscrizione, la quale sapendo dell’arcaico sta meglio certo ai tempi di Augusto, che dopo. In questi conoscendosi, che regolarmente il censo ricorreva ogni cinque anni, i soli anni di che si può trar vantaggio, sarebbero tra il 730, e il 770.

Or avendo sopra dimostrato la ragionevolezza di stimar posteriore al 747 la fabbrica dell’Anfiteatro,