Pagina:Questioni Pompeiane.djvu/74


― 46 ―

Una tanta costruzione in legno, eseguita inoltre sì di frequente, offriva di già un modello esatto a chi volesse alzarne qualcuno in pietra: laonde quando i tempi di pace permisero ad Augusto di rivolgersi ad abbellir Roma, ei non mancò di suggerire a Statilio Tauro il pensiere di fabbricare un Anfiteatro. Niuno potrebbe asserire sinora se prima del secolo ottavo alcun Anfiteatro di pietra si fosse altrove costruito in Italia; chè i monumenti superstiti nulla contengono, affatto nulla, che ci obblighi a sorpassar questo limite. Io non entro quì a trattar dell’architettura, nè della maniera di costruzione, nè de’ luoghi degli scrittori, onde qualcuno si è lasciato bellamente trarre in inganno: di tutto ciò ho disputato in due memorie lette all’Accademia Ercolanese, ed in una dissertazione intorno ai frammenti della Iscrizione, che fu una volta sulla porta d’ingresso dell’Anfiteatro puteolano. Basti quindi asserire, che da tutto ciò nulla si può dedurre, che ci faccia salire al di là del secolo ottavo, ove manchi una testimonianza scritta e contemporanea, che ne determini l’età. Già dimostrai che tutte le iscrizioni che parlano della costruzione degli Anfiteatri conosciute finora, sia in Italia, sia fuori, tutte sono dei tempi dell’Impero.

Ora dopo di avere avvertito i lettori dello stato in che è la questione intorno all’epoca degli Anfiteatri in pietra, mi argomenterò per quanto è possibile di determinare il tempo, in che fu costruito quello di Pompei; e ciò dalla doppia iscrizione trovata su due ingressi di esso rivolti a ponente e dalle otto, che si