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mati parimenti come questo conosco io tra i graffiti; tre dei quali ho cavati a dilucido in Pompei, (ivi, n. 6. 7. 8) del quarto ho tratta copia in Roma dalle ruine degli edifizii sottoposti al Palatino, di miglior forma ancora dei pompeiani, e con epigrafe sovrapposta, che dice ANTIGONVS LIB ∞ ∞ CXII (ivi, n. 9). Altro esempio mi viene da un bronzo del R. Museo, ove è figurato un gladiatore che investe col tridente, anche egli ha manica e scudo somigliante, manca però di spada, (ivi, n. 11). Tolgo il duodecimo da una lapida della collezione illustrata dal Gori (Inscr. T. III. p. 99), e questo ha gladio, e tridente nella sinistra mostrando colla destra la rete, ha la manica, e scudo, e di più una lunga fune gli parte dall’omero sinistro, e gli si avvolge intorno al braccio destro, (ivi, n. 12). Finalmente anche il ch. sig. Henzen notò detto arnese nel Musaico Borghesiano (p. 44.), e ben ce l’hanno i reziarii pubblicati dal Marini (Fr. Arv. p. 165), sebbene assai mal fatto.

Per tutti questi monumenti, ei mi pare omai messo fuor di dubbio l’antico uso di quest’arma, e però io passo ad una seconda questione intorno al genere di gladiatori, che se ne servivano.

È questa discussione assai difficile conoscendo i dotti, che le descrizioni dei varii gladiatori lasciateci dai scrittori di rado convengono coi monumenti; pure sembra che si possa definire, che forse tutti i monumenti qui recati spettano a quel genere di gladiatori che si dissero Retiarii1, e combattevano colla fioci-

  1. Soli due gladiatori (Tav. VII, 5) hanno lance per tridenti, e