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dell’anfiteatro pompeiano mise a luce il podio, era questo tutto dipinto a bei compartimenti di erme, fra le quali erano figurate ben intese coppie di gladiatori, e di fiere, ora tutto è perito. Restano pertanto i disegni tratti allora dal pittore Marsigli con molta intelligenza di arte. Il Mazois ne ha pubblicata la maggior parte, ma è pur tuttavia inedita una coppia di gladiatori, dipinta fra due erme, che ne terminano il campo.
Non so capire perchè l’intelligente autore di quell’opera li volesse omessi, essendo essi i soli fra tutti quei gladiatori ivi dipinti, che potevano dar luogo a dotte ricerche, ed a rilevanti conclusioni. Figurano due giovani di poca barba, e l’un d’essi con lunga chioma, nudi della persona tranne un certo gonnellino stretto ai fianchi dal balteo. Mostrano inoltre difendersi la sola parte bassa dello stinco con due giri di pelle, dai quali procede una linguetta che sta a guardia del dorso del piede, armano la destra di spada, la sinistra di lancia. Tutto il braccio sinistro di amendue è guarnito dalla manica gladiatoria, ed un arnese portano adattato sull’omero sinistro, la forma del quale niuno mi può negare, non sia una medesima cosa collo scudo, di che qui io discorro, (Tav. VII. n. 5).
Inoltre in una lucerna della raccolta illustrata dagli Ercolanesi (Tav. XI) è figurato un gladiatore armato di spada, e di tridente, che sull’omero sinistro porta la medesima forma di arnese, che le due figure pompeiane (Tav. VII n. 10); ed altri quattro gladiatori ar-