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vali, di che bastevoli esempii ci vengono dalle pareti pompeiane, mai è che siasi veduta una figura di scudo diversa dalla ordinaria della milizia terrestre. I soldati classiarii che combattevano sulle mezze coperte assai poco potevano esser difesi dal parapetto, siccome apparisce dal bassorilievo di Palestrina ora nel Vaticano (Visconti, e Winckelmann lo hanno pubblicato, cf. lo Scheffero De Mil. Nav. add. ad c. XXXIV, 2), e ciò, supposta la battaglia guerreggiata da lontano colle fionde, cogli archi, e coi giavellotti, e colle balestre, che è scaramuccia. Ma quando si viene alle prese, s’investe, si arrampigna, e la nave è fermata e la battaglia si fa non altrimenti che in terra ferma, maniera certo ordinaria degli antichi, io chiedo qual ragione avrebbe potuto far loro adottare il mezzo scudetto sulla spalla sinistra, che non può recarsi davanti alla difesa del capo, e della vita, che lascia scoperta tutta la persona ai colpi di punta e di taglio. Per tutte le quali ragioni, e per l’autorità dei monumenti, se non avessimo altri argomenti positivi ed efficacissimi dell’uso di questi scudi, si sarebbe dovuta per ferma abbandonar questa tra le conghietture inverisimili.

Or avendo io in altro articolo dimostrato, che il voluto quartiere dei soldati è un Ludus gladiatorius, e ciò dalla natura degli elmi chiusi, e del doppio gambale, aggiugnerò inoltre anche quest’arma singolare, a convalidar la mia dimostrazione, intorno alla quale proverò con i monumenti, che è gladiatoria.

Comincerò dai Pompeiani. Quando l’escavazione