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questo avanzo • • • • THO un nome della stessa desinenza di altro monumento pompeiano, e ciò, che è più, scoperto nella Basilica medesima: questo è P. STALLIVS • AGATHO, il quale essendo MINISTER al 729 donò non si sa qual cosa, D•D, a questo edifizio. Se tutte le probabilità sono a favore di costui, io conchiudo, che è assai ragionevole il riferire ai tempi di Augusto questo monumento. Perocchè soggiugnendosi che quel lavoro, qualunque si fosse, offerto da P. Stallio Agatone al 729 erasi rinnovato al 756, senza che ivi si faccia veruna menzione di lui, uopo è dedurne, che egli fosse già morto, che, lui vivo, non altri, ma egli medesimo lo avrebbe certamente rinnovato. Abbiamo adunque quasi circoscritto il tempo della lapida, dippiù escluso il pensiere di alcun figlio di lui, che sarebbe stato cittadino, siccome regolarmente richiedevasi, e non di condizione libertina; resta ora che ne diamo il supplemento secondo i tempi. Supponendo la lapida datare dal 732 al 742 non può supplirsi che PONTIFICI, avendo dimostrato l’Eckhel, che solo da quest’anno 742 Augusto assunse il Pontificato Massimo (Doctr. Num. Vet. Vol. VI. p. 107): varieranno altresì le acclamazioni imperiali, che davanti alle potestà tribunicie doveano essere scolpite, non ammettendo altro supplemento tutto lo spazio a sinistra. Ben si avverta però, che per l’unità tuttavia esistente davanti al COS non può ivi collocarsi altra potestà tribunicia, che quella, il numero di cui termini in unità. Se poi vuolsi il monumento posteriore al 742, può allora solo ammettersi dopo il COS