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ancora vaghi confini cronologici, non potendosi da niuna delle operazioni già fatte determinare l’Augusto, se Ottaviano o Tiberio, nei titoli che gli spettano. Evvero, che il Mommsen ha definito tutto ciò, assegnando al monumento il 732/5; ma ciò non può valere ora, che la esatta lettura della epigrafe ha fatto svanire quella unità, che egli incautamente dà, siccome letta e trascritta da se, POTEST. I. Non può poi presumersi, che questa unità fusse perita per danno sofferto dal marmo; perocchè è ben chiaro dal colorito uniforme di tutto questo lato, che è stata appunto così trovata nel primo scavo. Tenterò io dunque una nuova via, cercando di avvicinare al possibile questo monumento al tempo, in che potè essere collocato nella Basilica pompeiana. E primieramente fo notare che i quattro autori dell’opera hanno altri confronti nelle lapidi pompeiane che ricordano lavori fatti da ministri di Augusto (cf. I.N. n. 2261, 2262, 2266, 2270) e che lo stesso numero ci proviene dalle lapidi, ove sono ricordati i ministri del pago Augusto Felice (cf. I. N. n. 2293), e i ministri della Fortuna Augusta (cf. I. N. 2223, 2224, 2226). Inoltre che tre di loro vi appariscono apertamente liberti, o di condizione libertina PHI ••••• S • SOG • L •, L • N ••• O, CAPI •••• S • DIOGI •••• laonde avuto anche riguardo alle altre tavole ove sono nominati soli liberti, libertini, o servi, assai verosimilmente si farà a conchiudere, che la persona ••• THO fosse della condizione medesima di liberto. Ciò posto è natural cosa, che io metta a riscontro con