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che chiedono da noi, e a buon dritto, l’aiuto, il parere, le notizie opportune. Ma queste sogliono essere di due maniere: dotti, e discutono; curiosi, e cercano di esser serviti il men male, di non esser delusi, por quanto si può, che si dica loro la cosa come andò, e come và, senza intorbidarne col difficile le piacevoli emozioni del bello, e dell’istruttivo: dimandano in somma una notizia senza fatica, e senza illusione. Le Questioni Pompeiane sono fatte solo pei primi. Ciò nondimeno posso giovare anche ai secondi con ordinar qui il frutto della materia, che discuto e disputo nelle Questioni richiamando i lettori alle prove, che se ne adducono; siccome nelle questioni rimetto talvolta i lettori ad altri libri, e al Bullettino Archeologico Napolitano donde son tratte, segnatamente per i monumenti che nelle tavole di questo si pubblicano.

[n. 1] Eccoti adunque Pompei. Questo, che uscendo dalla stazione della via di ferro, leggi Hôtel de Diomede è la taverna del rapillo o lapillo, dove ebbero principio gli scavi del Re Carlo terzo (1748).

La via antica, che da Napoli menava a Nocera ed oltre, è sottoposta a quella, che spianò qui Carlo: non entrava già in Pompei, ma invece le vie che uscivano da Pompei, mettevano capo in essa: perlocchè ella è sottoposta circa trenta palmi napolitani, siccome può argomentarsi da quella via di recente scoperta, che esce dalla porta stabiana. Così