Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 50 — |
Una sera, questi medesimi tali, avean fatta una gran cena a Ponte Molle. Si eran messi in testa vi fosse tra loro una spia. AI ritorno, in carrozza, quando furono in Piazza di Spagna smontarono; e, tra suoni e canti, il sospettato per spia, mentre smontava, col solito solo magistrale colpo di coltello alla carotide venne freddato e lasciato in terra. Ed ognuno, senza affrettarsi, prese per la sua strada. Il vetturino veduto l’uomo a terra, non mancò di gridare a coloro che si allontanavano:
— Ohè!... Er compagno vostro è imbriaco marcio.... Embè ve ne annate?... nu l’aiutate?...
Sceso da cassetta, il buon bottaro (era notte) si accorse di qualcosa e continuò:
— Oh!... Sta in un lago de sangue.... poveretto l’hanno ammazzato!...
E.... aria! Anche il vetturino, veduto di che si trattava, frettolosamente se squaiò.
Grandoni, mercante di campagna, era invidiosissimo di Bartolomeo Galletti per il suo grado di colonnello. La guerra era passata, tutti più o meno vi aveano acquistato i loro gradi. Egli no; e ciò gli cuoceva. E se ne spassionava con me. Mi venne, allora, in testa questa idea che gli comunicai:
— Senti Grandoni. Vi son tutti questi reduci sbandati i quali anelanti di far qualcosa, senza guida, senza disciplina, senza responsabilità, possono esser dannosissimi alla nobile nostra causa ed a loro stessi. Perchè non cerchiamo di farne un battaglione, del quale tu potresti essere il capo e tener bene tutta questa gente in mano?
Piacque questo discorso alla sua ragione non meno che alla sua ambizione. E subito si mise all’opera radunando i suoi futuri militi. Le riunioni si facevano nella platea del teatro Capranica. I più violenti dei reduci, però, non la intendevano affatto di essere messi a freno dal Grandoni; e decisero di