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vi accusano di non far nulla. Lessi con piacere il vostro manifesto degnissimo dell’argomento e di voi. Se non vi spiaccia io colgo questa occasione per consigliarvi che in ogni vostro atto appaia ben chiaro il concetto che noi non ne vogliamo ai Francesi perchè proteggono il Pontefice, ma perchè ci impongono un principe che è la negazione della civiltà, perchè violano il nostro diritto di provvedere a governarci secondo i nostri bisogni ed i nostri interessi.

Il Ministro Billault nella seduta del 12 marzo ’62 pronunciava, rispondendo a Favre, queste parole negando all’Italia il diritto di reclamare Roma dalla Francia: — «Le seul droit qui, envers nous, pourrait être invoqué ce serait le droit des populations romaines.... Le principe de la souveraineté du peuple est la base de notre droit public; ce droit personnel, si je puis m’exprimer ainsi, ne saurait appartenir à d’autres qu’aux populations elles-mèmes. Quant au droit des Romains je reconnais qu’il est suspendu et que nous méconnaissons chez eux le principe qui nous régit en France; mais il est [sic] malheureusement des circonstances exceptionnelles ou des intérêts d’un ordre supérieur commandent ces sacrifices momentanés de la liberté populaire; je sais bien que les théories s’y refusent.... mais cette liberté des populations la France ne l’oublie pas» etc. etc.

Non vi pare che giovi fondarsi su questa confessione del ministro francese e talora ricordarla loro? E siccome le circostanze di ordine superiore citate da lui nel caso concreto sono l’interesse che ha la Francia di tutelare l’indipendenza del Pontefice, ossia questo è il pretesto col quale cerca sempre di giustificare l’occupazione di Roma, così giova pure ripeterle a sazietà che niuno attenta all’indipendenza del Pontefice quando dichiara decaduto il principe: quando il diritto del popolo sia rispettato, questo pel rispetto stesso dei suoi diritti trova la ragione e il dovere di rispettare gli altrui, specialmente quelli del capo della religione ch’esso professa.

Non vi preoccupi gran fatta il triumvirato. La forza di questo si riduce ad una unità colla quale ho parlato a lungo ed è venuto nelle idee nostre, poichè l’ho indotto a confessare che la coscienza delle loro forze era fittizia. Siamo d’accordo con Fl. II e gli altri amici che, appressandosi momenti solenni, ci giovi sia pienamente chiaro che noi siamo tutt’altro che esclusivi, che anzi noi stessi promoviamo e chiediamo il concorso di tutti gli onesti. Con questo sistema si riducono al silenzio i ciarloni, coloro che cercano di nascondere la