Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 246 — |
l’occupazione, esercitato alcun potere politico; solo vi stazionavano, per mantenervi l’ordine e per la difesa del Vaticano, parecchi Carabinieri ed un forte distaccamento di truppe.
Tralascio dal rilevare le fastidiose conseguenze politiche ed altre, sì per il Governo Nazionale che per lo stesso Vaticano, le quali immancabilmente avrebbe condotto seco l’attuazione di un tale proposito. Debbo, però, notare come ed in Trastevere ed in Borgo fossero più generali e vivaci, che non in ogni altra parte di Roma, il sentimento nazionale, l’avversione al Regime Pontificio, la volontà di far parte del Regno. In quei rioni, durante la mia cospirazione tra il ’64 ed il ’67, io avea trovato, massime tra i popolani, gli affiliati più generosi, più decisi, più fedeli alla causa nazionale. In Trastevere, nell’ottobre del ’67, erasi consumato l’orrendo massacro di Giuditta Tavani Arquati e dei compagni suoi. In Trastevere è la casa ove io nacqui e vi sono, nella chiesa di San Francesco a Ripa, le tombe di mio padre e di mia madre. Il Plebiscito di Roma era indetto per il 2 ottobre. E si erano eretti nelle piazze di ogni rione palchi con sopra le urne per raccogliere i voti dei cittadini. Nella Città Leonina, conformemente alla presa decisione del Governo di lasciarla al Papa, non si era inalzato alcun palco; i suoi cittadini erano, da quello, respinti fuori della famiglia italiana, non potevan, quindi, partecipare al Plebiscito.
Alcuni amici ed io allora, decidemmo che e Trasteverini e Borghigiani avesser, comunque, da partecipare anch’essi al Plebiscito alla pari di tutti gli altri Romani: di dar loro modo di esprimere la propria volontà. E col mio caro Nino Castellani — quello stesso assieme al quale, nel ’48, ero stato promotore dell’arruolamento dei volontari che formarono, poi, la Legione Romana — e con Parboni, Erculei e qualche altro erigemmo, senza che l’autorità osasse impedirlo, su la piazzetta di Borgo il palco per il Plebiscito in tutto simile agli altri, con le relative urne. A deporre in queste il loro voto, in gran folla accorsero i cittadini dei due rioni. In tutti grande gioia ed entusiasmo; ma, insieme, ordine e compostezza i più perfetti.