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Gli sposi Howard, nel loro tanto lieto viaggio in Italia, che non essendo allora ricchi compievano viaggiando su le ferrovie in terza classe per poter comprar, col danaro così risparmiato, cose d’arte, prima di capitar a Roma s’eran fermati per qualche tempo a Firenze. E quivi, visitando la galleria di Palazzo Pitti, avean notato che un dei soliti copiatori di quadri era dietro a copiare «Il Concerto» di Giorgione. E si erano interessati del quadro e dell’artista che lo copiava. Era questo un certo Marcato profugo politico veneziano, modesto e coscienzioso artista, dell’Arte e della Patria amantissimo. Questo, ed il trovarci entrambi in esilio dalla rispettiva nostra città natale, fece che ci legassimo di molta reciproca simpatia; la quale, nel buono e semplice uomo, giungeva fino alla più viva ammirazione per me, mista ad esagerata riconoscenza per qualche interesse che gli avevo mostrato e per qualche pratico suggerimento artistico da me datogli. Verboso, come sanno esserlo i Veneziani, non gli parve vero di far sapere ai due giovani inglesi ch’ero stato io a consigliarli di eseguire la copia di quel quadro, che allora pochi curavano. E pare che non perdesse l’occasione per diffondersi nell’elogio dei miei meriti di artista e di italiano. E tante ne dovette egli dire, da eccitare nei due nobili sposi, caldi per ogni idealità, il desiderio di personalmente conoscere questo italiano artista e cospiratore.

Ad essi il buon Marcato ebbe premura di dar loro il mio indirizzo di Roma. Ed essi vennero a me.


Le maggiori soddisfazioni che nella vita, dopo quelle procuratemi dalle patrie fortune, io abbia godute, le debbo a Federigo Leighton ed a Giorgio e Rosalinda Howard. Massimamente per il loro suggerimento ed appoggio, io fui in grado di far conoscere ed apprezzare la mia pittura che nel mio paese non era compresa nè considerata. Debbo ad essi se le migliori personalità del loro grande paese, che negli ultimi decenni capitarono a Roma, a cominciare dai membri della Famiglia Reale britannica, non mancarono di fare una visita al