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si aveva paura di Napoleone Ill. Aspromonte fu frutto di questa supina soggezione alla Francia. Le cose assai peggiorarono col Ministero che venne dopo quel di Rattazzi, di cui era parte Minghetti, devoto a Pio IX; e nel quale preponderava la « Consorteria » toscana che vi avea dentro tre dei suoi: Bettino Ricasoli, Ubaldino Peruzzi e Cambray Digny. A costoro si dovette la famosa Convenzione di Settembre con la Francia, mediante la quale venne stabilito il trasporto della Capitale da Torino a Firenze e lo sgombro delle truppe francesi da Roma. Si disse, allora, che la Capitale a Firenze altro non era se non una tappa sulla via di Roma. Ma quanti, invece, nel cuore loro non desideravano che Firenze rimanesse in eterno Capitale del Regno; si illudevano di aver per sempre sepolta la Questione Romana!...

Ricordo che mi fu fatta leggere, or è qualche tempo, una lettera che, da Cannero, Massimo d’Azeglio, agli ultimi della sua vita, scriveva al suo amico Rendu; ebbene, quegli riferiva che il Senatore Conte Pasolini così si era espresso, dopo che venne conclusa la Convenzione di Settembre:

— Finalmente, grazie a Dio, siamo liberati da Roma!...

Orbene, a credere ed a godere di essere liberati da Roma, io trovai non pochi di coloro che capeggiavano il C. N. R. che s’era costituito per liberar Roma dal Papa e darla all’ Italia.

E con questo ho detto tutto!...

Malgrado questo deplorevole stato di cose, io non mi per- detti di animo e mi diedi a tutt'uomo al lavoro di riorganiz- zazione, ad infondere nei Romani uno spirito più audace. E non senza frutto; nè si dovette certo a me se del mio lavoro non si ebbero maggiori resultati positivi.


In quest'opera di propaganda, di organizzazione, di preparazione, ormai anche come emissario della emigrazione romana, io spesi interi più di tre anni dal luglio 1864 fino a dopo Men- tana, andando continuamente avanti ed indietro tra Roma e Firenze. Questa mia azione poteva costarmi cara, se la Polizia