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Country», così si chiama quella parte dello Staffordshire ov’è Wetley Abbey, nelle lunghe soleggiate giornate estive mi appariva assai bella e pittoresca. Io trovavo nella forma e nelle linee quel paese collinoso assai somigliante all’andamento di alcune colline della Maremma selvatica, mentre la finezza di razza di quei contadini assai ricorda il tipo etrusco. Non so per quale strana coincidenza, che assai mi sorprese, quella località è nota anche sotto il nome di Etruria. Che quel genialissimo ed ardimentoso popolo, il quale prima dei Romani incivill la più grande parte dell’Italia, abbia navigato un giorno fino alla brumosa Britannia; e sieno quei contadini avanzo di qualche sua colonia?


Fosse per il suo debole stato fisico, fosse perchè l’intristimento della solitudine ne avessero affievolito il senso artistico, Mason non s’accorgeva delle idilliache bellezze del paese in cui viveva, non ne sentiva quel fascino che è tanta parte della creazione artistica. Percorrendolo con me gli si andavano riaprendo gli occhi; e dalle mie emozioni nascevano le sue. Questo era, per esso, come un rifargli l’anima.

Così il gentile pittore ritrovò lena per compiere i quadri che ho sopra menzionati. Ed io pure non ristetti e cominciai il bozzetto del quadro «Un idillio nella Black Country» che nel 1883 io esposi ad Oldham e che ora è proprietà di Lord Carlisle. Questo quadro rappresenta alcune fanciulle, per una delle quali mi stette a modello una figliuoletta di Mason, le quali passano a guado l’acqua stagnante su di un prato, con attorno le sponde di un prato verde pallido a livello con la distesa dell’acqua e sottili alberi tipici del paesaggio inglese; più indietro alcune vacche pascolano in un campo ed attraverso gli alberi si intravedono un borgo e le lontane colline. Quel paese mi inspirava e vi feci altri due quadri intitolati: «Ferro, fuoco ed acqua», l’uno, e l’altro: «Un sentiero attraverso i boschi».