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lavori decorativi ed era assai desideroso di ottenere dal Governo commissione di vaste decorazioni murali. Infatti egli, a tal fine, avea impreso ad illustrare la storia di Sansone in una serie di poderosi disegni che erano prova della forza e della capacità dell’arte sua. Ma, ciò malgrado, le commissioni governative da lui tanto desiderate non arrivarono.


Questo mio primo soggiorno in Parigi, in quel felice momento dell’Arte Francese, segnava un’epoca per la mia vita artistica. lo avea sempre, fino da giovanissimo, sentito il mio avvenire; ed ero sempre andato avanti senza dubitare di me, ciò che assai mi avea sostenuto nella mia diuturna fatica. Ma allora ebbi la prova più certa che io non m’ero sbagliato nel giudicare di me e della mia produzione, cosicchè la mia coscienza artistica dai lusinghieri contatti con i maggiori uomini dell’Arte Francese usciva fortificata. Non già l’indirizzo e la tecnica della mia pittura ne erano mutate o modificate. L’uno e l’altra aveano formato una mia- arte personale, troppo già matura e determinata perchè potesse sentire, ormai, influenza di sorta.

Tanto gradita ed allettante i miei nuovi amici francesi mi aveano resa la dimora a Parigi, che mi ci ero trattenuto molto più tempo di quello che io avea previsto e stabilito. Così avevo lasciato passare il tempo in cui per generale consuetudine, si trovano in Londra tutte le persone più notevoli; quella che gli Inglesi chiamano Season già era finita.

Ma questo non mi fece rinunciare ad andarmene, dopo Parigi, come avea stabilito prima di partire da Firenze, anche a Londra. Se questa andata nella capitale britannica era diventata ormai inutile per gli scopi artistici che me l’avean fatta decidere, colà io ero, però, ugualmente attratto dalle ragioni del sentimento e dell’amicizia. Io da alcuni anni non vedeva i miei carissimi Federico Leighton e Giorgio Mason; ed il primo di questi, pure, calorosamente mi invitava a raggiungerlo. Andai, dunque, a Londra dove Leighton mi accolse a braccia aperte.