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giungesse a conquistarsi il posto che nella pittura nostra viene ad esso giustamente riconosciuto.
La lotta tra l’arte vera e l’arte di convenzione e bottegaia dura ancora, ed è fatale, forse, che duri in eterno. Si può immaginare, quindi, come a quei tempi, nei quali erasi smarrito il gusto della buona arte anche a Firenze, i nostri sforzi per un rinnovamento della pittura fossero incompresi e combattuti ed anche derisi. Incompresi per ignoranza, per deficienza, per degenerazione di sentimento artistico; combattuti per più intrinsecamente personali motivi di coloro che quelli avversavano.
Ricordo che, in quei primi tempi della mia dimora a Firenze io, a dimostrare come i più umili motivi possano ad un vero artista essere soggetto d’arte, io esponessi alla mostra annuale della «Società Promotrice delle Belle Arti» un quadretto, da me dipinto nel giardino di Boboli, che rappresentava un cantuccio di bosco in ombra nel quale campeggiavano le parti inferiori dei fusti di due grandi alberi. Un giornale della città, dando conto della mostra, li notava con queste parole: «Un certo Costa espone due tubi di stufa....» Questo dà un’idea di come, allora, si guardasse, si vedesse e si capisse l’Arte.
Le discussioni artistiche erano allora, e tali si son mantenute in Firenze, particolarmente appassionate e vivaci; così a quei tempi molto dette, pure, da dire e da discutere un buon quadretto di Vincenzo Cabianca, che rappresentava un porco bianco dinanzi ad un muro bianco; ed un altro mio rappresentante l’angolo di un orto con un campicello di cavoli fiori.
Il movimento artistico fiorentino di quei primi anni della recuperata libertà, che fu, anche per il largo sviluppo che ebbe successivamente, tanto notevole e fecondo, venne detto dei «Macchiaioli». Ed, in un certo senso, può dirsi aver costituito, questi, l’impressionismo italiano che, in taluni, volse pure a quel che fu detto più tardi naturalismo. lo, per quanto partecipassi alle strenue lotte di questi artisti egregi, i quali si sono assicurati un degno posto nella storia dell’Arte Italiana,