Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 119 — |
sole, segna sulla spiaggia una grande striscia di ombra; ed in questa i pescatori che se la dormono. «Dormono il giorno per pescare la notte», è il titolo di questo quadro.
Passata che avemmo qualche settimana in quel desolato sito marino, nella intensa contemplazione della natura per riprodurla, ce ne tornammo a Roma a piedi. Subito mettemmo mano ai nostri lavori. E, con Mason, stemmo qualche mese senza vederci, affinchè potesse, ciascun di noi senza influenza dell’altro, sviluppare il proprio pensiero ed il proprio sentimento.
XXIV.
D'ESTATE NELLA CAMPAGNA ROMANA.
L'ARTE ALLORA E DOPO.
Nella estate si andò a far degli studi nella Campagna Romana. Dirigemmo i nostri passi verso la tenuta del Coazzo per vedervi la battitura del grano.
Fu, con Mason e con me, certo Zäner. Ci trovammo in sito che della Campagna Romana avea tutto il carattere, quale mirabilmente si manifesta nella grande estate. La gran luce che scolora ed incenerisce il cielo e manda in fiamme la terra con le sue stoppie che sembrano ardere. A quel tempo non c’erano le macchine trebbiatrici. I grani stretti in mannelli erano accumulati in terra in un gran mucchio, che pareva un ara rotonda; che, con i raggi del sole e l’umidità che si sprigiona dalla terra, fumigava facendo tremolar l’aria e pareva ardere.
Dodici cavalle, guidate sei per sei da due uomini, montano sul grano in terra e sopra vi trottano in tondo fino a che il