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Il mio cuore sempre fu ed è a mio padre ed alla sua memoria riconoscentissimo per tutto quel ch’Egli è stato per me. E, non ultima ragione, perchè l’essere sua figlia aprendomi tutte le porte, ha fatto che, con chiunque mi trovassi, mai io mi sentissi ad un livello inferiore.

E voi, figliuoli miei, ben sapete come al primo annunziarsi del grande cataclisma che doveva scuotere il mondo, e dal quale il nostro Paese poteva essere travolto, subito, senza sbigottimento e senza esitanza, gli animi nostri e le azioni fossero all’altezza delle supreme necessità della Patria. Questo io ricordo, perchè non può affatto essere, per noi, motivo di vanto; essendo, allora, il sangue dei nostri venerati vecchi che in noi agiva irresistibilmente. Ma la Vittoria, della quale mai dubitammo, infondeva in noi una gioia più che umana. E dalla Vittoria nasceva tutto il gran bene che or gode l’Italia, che gode il più umile degli Italiani; e fa che anche il vostro babbo ed io, che da un pezzo non lo siamo più, ci sentiamo giovani.


Per la Patria e per i nostri discendenti, voglia Iddio che da queste pagine, e da tutte le nostre famigliari tradizioni, essi imparino a non essere diversi dai nostri maggiori.

La vostra Mamma.