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blico questi suoi ricordi che sono non irrilevante documento dell’epoca in cui Egli visse e degli straordinari avvenimenti nei quali ebbe parte. A questo, però, più che altro mi induceva il pensiero di voi, figliuoli, e di quelli che da voi verranno.

Caro mi è pensare che la pura immagine di vostro nonno Nino stia sempre, nel corso della vita, a voi dinanzi; e che sempre vi mantenga a quella altezza morale in cui Egli, nei lunghi anni che visse, sempre stette. E che i figli vostri ed i figli dei vostri figli, dai ricordi del proavo, imparino che il miglior pregio della vita consiste nell’agire per la bellezza dell’atto e per l’appagamento della propria coscienza, senza attendere da altrui plauso o compenso. E che meglio si vive questa nostra vita mortale, quanto più si conti solo sopra se stessi.

E caro, pure, mi è pensare che queste pagine, con tanti altri nostri famigliari ricordi, valgano a tenere i più lontani nostri discendenti nel solco della ormai più che secolare tradizione della famiglia. Tradizione di assoluta fedeltà, in ogni contingenza, alla Patria nostra; che è il massimo bene che a mortali potesse mai concedere Iddio. Tale tradizione, con quella del costume semplice e puro, abbonda in coloro da cui discendiamo. Entrambe debbono essere conservate.

Simili tradizioni son per le famiglie, come per la Patria, tesoro preziosissimo. Conferiscono a quelle dignità e nobiltà che nulla han da invidiare a quella delle pergamene. Tradizioni che, se nei discendenti infondono alti sentimenti, son pure ad essi sicura guida e saldo sostegno in ogni più ardua vicenda della vita. Ed è dalla somma di tali tradizioni, tenute vive in talune famiglie, non importa se umili, che vengon formate, principalmente, quelle grandi ed irresistibili forze morali che, nei supremi momenti della storia dei popoli, ne governano i destini.