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No, l’uomo non fugge l’estremo destino,
          Nè il vanto lo salva di sangue divino:
          Cammina alla morte chi nacque mortal.
                     Che vale al codardo fuggir la tempesta
          Degli archi nel campo? Nel mezzo alla festa,
          24Ne’ dolci suoi lari la morte l’assal.

L’assale: ed il pianto de’ figli non ode,
          Non arpa notturna, non canto di lode,
          Onor del sepolcro pel vile non v’ha.
                     Ma prode guerriero che in campo moria,
          Per volger di tempo da’ suoi non s’oblia,
          30Lo piange ogni sesso, lo piange ogni età.

Morendo, fra tutti lasciava perenne
          Di sè desiderio, siccome egli ottenne
          Vivendo la gloria che a un Dio l’eguagliò.
                     Qual torre a cui tutti gli sguardi son volti
          In sè delle genti gli encomj ha raccolti,
          36Chè solo per molti guerrieri operò.



NOTA

Tra le parecchie traduzioni prescelsi quella dell’ARCANGELI, come la più popolare, e la più pieghevole al canto —