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di alessandro puschin. xxix

Questa parentesi che è graziosa in russo, riesce in italiano una freddura. Ho dunque creduto bene di ometterla.

Il poema della Fontana di Bakcisarai, comincia in questo modo:

«Ghirei siede con gli occhi fisi al suolo; la pipa d’ambra fuma nella di lui bocca. I vili cortigiani s’affollano silenziosi intorno al minaccioso khan. La calma regna nel palazzo; tutti con rispettosa attenzione spiano ec.»

Ho tradotto nel seguente modo:

«Ghirei siede con gli occhi fisi al suolo; la pipa d’ambra fuma nella di lui bocca. La calma regna nel palazzo; i vili cortigiani s’affollano silenziosi intorno al minaccioso khan. Tutti ec.»

Evidentemente, quella circostanza della calma va dove l’ho collocata io; perchè dove l’ha messa il poeta genera confusione, e interrompe senza utilità il corso del racconto.

Puschin nell’Eugenio Anieghin descrivendo i costumi della società galante, adopra un gran numero di voci francesi. Le ho mantenute nella mia traduzione perchè la maggior parte di esse sono note a tutti i lettori e usate anche in Italia nel discorso familiare. Il poeta vuole evidentemente deridere il linguaggio dei dandy imitandolo.

Solamente dopo finita questa traduzione, intesi che due poemi di Puschin: Il prigioniero del Caucaso e La fontana di Bakcisarai, sono stati recati in versi italiani dal signor marchese Boccella. Ma per quanta diligenza abbia usata, non m’è venuto fatto di incontrare quel volume.

Alcuni pezzi lirici del Puschin egregiamente volti in italiano dal signor Ignazio Ciampi, comparvero, l’anno scorso, in un volumetto stampato nella tipografia Le Monnier.1


  1. Un vol. di 32 pag. in-8.