Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
eugenio anieghin | 173 |
Potė Taziana indovinare quella sciarada? Potè trovare la soluzione di quel logogrifo?
Le ore volano. Taziana non riflette che sua madre l’aspetta da un pezzo. Due vicinanti sono venuti a veglia in casa sua, e discorrono appunto di lei.
“Taziana non è più bambina,” dice una vecchia sdentata, tossendo.
“È vero,” replica la madre. “Olga era più giovine. È tempo ch’io mariti anche Taziana; ma come si fa? Sempre risponde: non voglio. Ed è sempre pensierosa e va a passeggiar sola pei boschi.”
“Che non sarebbe innamorata?”
“Di chi mai?”
“Buianoff la corteggiava.”
“Fu rifiutato.”
“Giovanni Pietuscoff l’ha chiesta in isposa.”
“Fu respinto anche esso. L’Ussaro Puictin è stato qualche tempo quartierato da noi. Correva dietro a Taziana come un matto; ne era innamorato cotto. Io diceva fra me: forse questo sarà più felice degli altri.... Eppure non ci fu verso.”
“Sapete che? Andate a Mosca con vostra figlia, cara signora Larin. Quello è il gran mercato delle giovani da marito. E si dice che ci sia gran mancanza di donne. Andateci.”
“Cara amica, ho poche entrate, e a Mosca si spende molto.”
“Avete abbastanza per camparci un inverno, e, caso mai, io vi presterò l’occorrente.”
La buona vecchia gustò assai questo consiglio ragionevole e stimato. Contò il suo denaro, e stabilì