Pagina:Puskin - Racconti poetici, 1856.djvu/170


eugenio anieghin 129

peripezie più dolorose essa ti conserva i tuoi diritti e ti conforta. È vero. Ma il torrente della moda, l’incostanza della natura, l’opinione tiranna della società.... e poi, il bel sesso è mobile qual piuma al vento.1 Sicchè la vostra fedele compagna, al fin dei conti, cede alla tentazione, e il diavolo manda a spasso la vostra felicità!

Chi dunque dovremo amare? A chi dovremo credere? Chi non ci tradisce? Chi pesa tutti i nostri atti, tutti i nostri detti, con esattezza, alla nostra bilancia? Chi non semina calunnie sui nostri passi? Chi non ci lusinga con assiduità? Per chi non sono i nostri difetti un flagello? Chi non ci secca mai? Onorevolissimo mio lettore, non perdere i momenti a inseguire fantasmi fuggitivi e inarrivabili: ama te medesimo come si conviene. Non troverai al mondo oggetto più degno della tua carità.

Quale fu il seguito dell’abboccamento? Ahimè! Si può facilmente indovinare. Gli stimoli della passione non cessarono di travagliare quell’anima gentile avida di tempeste. La fiamma che pur prima divorava Taziana, crebbe anzi che scemare. L’ala del sonno più non blandì le sue palpebre. La salute, fragranza e miele della vita, il sorriso, la calma infantile sparirono come una meteora. La gioventù di Taziana languisce nell’affanno. Così talvolta l’orror d’una procella aduggia le prime ore d’un giorno di primavera. La bellezza di Taziana si sfiora e muore. La vaga verginella si scolora, si spenge e tace. Non v’ha più cosa alcuna che possa rallegrarla nè inte-

  1. Pensiero antico quanto i mondi e che Puschin esprime esattamente nelli stessi termini del Viscardello.