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110 | eugenio anieghin |
la loro venuta inopportuna, e la loro dimora prolungata.
Con che ardore essa legge ora i romanzi sentimentali! Con che voluttà gusta ora i raggiri e gli inganni dei seduttori famosi! Tutti quei caratteri ideali foggiati dai poeti, l’adoratore di Giulia Volmare,1 Malec Adel, De Linard, il martire Werther, e l’impareggiabile Grandisson, che sembra a noi un eroe soporifico, si condensarono tutti, nella mente di Taziana, in un solo tipo, si fusero tutti nella persona di Anieghin.
Taziana, figurandosi essere la protagonista dei suoi romanzi prediletti, ora Clarice, ora Giulia, ora Delfina,2 passeggia sola pei boschi con quei pericolosi libri. In essi cerca e trova l’espressione della fiamma secreta che nutre in seno, e di quei sogni che provengono da una troppa pienezza di vita. Essa sospira, e appropriandosi le estasi e gli strazi altrui medita e compone sconsideratamente una lettera diretta al caro idolo suo.... Ma il nostro amico, comunque egli la pensi, non è un Grandisson.
Gli antichi scrittori di romanzi, in uno stile che consuonava al tuon dell’argomento, ci rappresentavano il loro protagonista come un vero modello di perfezione, dotato d’un cuore sensibile, d’un ingegno sublime, d’un aspetto incantatore, ma contuttociò perseguitato dall’iniquità del mondo. Acceso d’una
- ↑ Giulia Volmare nella Nuova Eloisa di G. G. Rousseau; Malec Adel, romanzo di Madama Cottin; Gustavo de Linard, romanzo di Madama di Krudner, la celebre amica di Alessandro I e istigatrice della Santa Alleanza.
- ↑ Delfina, romanzo di Madama di Stäel.