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eugenio anieghin 101

e innocenza, fioriva nella solitudine, fra le soglie avite e sotto gli occhi paterni, come un mughetto ascoso che brilla fra l’erba densa e oscura, ignoto alle farfalle e alle api.

Essa concesse al poeta le primizie del di lei vergine cuore, ed egli, trasumanato da quel caro dono, sacrò alla vezzosa i primi lai della cetra. Addio, aurei sollazzi fanciulleschi! D’allora in poi egli ricercò le selve opache, i deserti, il silenzio, la notte, le stelle, la luna — la luna, face del cielo, cui ci rivolgevamo altre volte come ad una fida amica per offrirle le nostre lacrime, grato sfogo dell’interno affanno...... Adesso, divenuti seri e savi, abbiamo per confidenti, invece della luna, i lampioni delle cantonate.

Sempre modesta, sempre obediente, allegra come l’aurora, sincera e semplice come l’anima d’un poeta, buona e timida come un bacio d’amore.... occhi cerulei come il firmamento, bocca piena di sorrisi, capelli di seta inanellati, mosse leggiadre, voce soave, Olga insomma.... Prendi, o lettore, un romanzo odierno qualunque, vi troverai il di lei ritratto esatto e perfetto. Io stesso ve l’ho veduto e ammirato; ma a lungo andare mi seccò. Per la qual cosa, lettore benevolo, ti chiederò licenza di parlare di Taziana[1] sorella maggiore di Olga. Sarà la prima volta che simil nome comparirà nelle pagine di un romanzo sentimentale. Ma che? È un nome piacevole e sonoro. So bene che sa un po’ di vieto, e che finora appartenne più alle serve che alle padrone. È forza confessare che non mettiamo molto gusto nella

  1. Nome in uso nelle classi popolari soltanto.