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CENNI


INTORNO ALLA VITA DI ALESSANDRO PUSCHIN.



Alessandro Puschin1 nacque in Mosca a dì 26 di maggio dell’anno 1799. Suo padre apparteneva a un’antica famiglia patrizia; sua madre discendeva da un negro africano che rapito dal natío paese in età di otto anni, fu condotto a Costantinopoli, esposto nel bazar delli schiavi e venduto all’ambasciadore di Russia, il quale lo mandò in regalo come oggetto di curiosità (diceva egli), allo Zar2 Pietro il Grande. Questi lo fece battezzare, poi lo istituì suo paggio. Ma accortosi del singolare ingegno del fanciullo, lo inviò a’ Parigi, ove volle che gli fosse data una educazione liberale estesissima. Hanibal, così chiamavasi il giovine moro, manifestò gran disposizione per le scienze matematiche. Escito di collegio, entrò nell’esercito francese, prese parte alla guerra di Spagna, fu ferito, e tornò in Russia. Pietro gli conferì il grado di luogotenente. Nel 1727, Hanibal fu confinato in Siberia per aver offeso Menscicoff, che governava despoticamente in nome del piccolo Pietro II. Nel 1743, l’imperatrice Elisabetta lo richiamò dall’esilio, lo insignì

  1. L’s che sussegue all’u deve pronunziarsi come l’sc in scisso. Non potendo rappresentare quella pronunzia esattamente, abbiamo scelto l’ortografia che meno se n’allontana. In Francese, si può scrivere il nome di Puschin come va pronunziato, cioè Pouchkine.
  2. Così si pronunzia e così va scritto e non già czar, come lo scrivono i giornali, sebbene tal maniera di scrivere quella voce sia condannata da tutti coloro che sanno un poco di russo.