Al fratel mio rinvigorite: in fuga
L’orribil morbo e disvaniro i sogni. —
Risorgemmo, e più vivo dentro in petto
S’agitava il desio della perduta
Nostra vita; e struggeasi delle selve
E di libere aure: più odïate
Ne premevan del carcer le tenebre
E tra i ferri mirar pallido e smorto
Il lume dell’aurora; più odiate
Delle scolte le grida e il tintinnio
Delle catene e l’augellin che passa.
« Ecco: stretti ne’ ceppi, in popolose
Vie ci aggiriamo ai cittadin cercando
La elemosina pia per i gementi
Nel castel prigionieri; e nel segreto
Ci accordiam di far piena or la sepolta
Speme del cuor. Splendean l’onde d’argento
D’un fiume: e dalle sponde alte nell’aque
Più profonde piombiamo: alterno i ferri
Dan suon commisti e con alterno piede
Si rompe il flutto. — A un isola romita
Di sabbie, la torrente aqua fendendo,
Moviam a nuoto, rapidi: alle spalle