Chiome non rider, fratel mio: t’arresta:
Nol tormentar mentre da Dio ci prega
Colle sante sue preci la vendetta.
« Udia lottando dentro a me; sugli occhi
Asciugargli le lagrime volea,
Fugar le vòte larve; ma nei sogni
Gli parevan de’ scheletri le danze
Venir da’ boschi al carcere; un orrendo
Alzar tumulto. Ecco lo scuote ed agita
Un suon da presso e lampeggiava il guardo
Di una fiamma selvaggia: irti i capelli
E’ trepidava come foglia al vento;
Nelle piazze più folte al scellerato
Palco vedea strìnger la folla; e verghe
Ed orrendi carnefici. — Smarrito
Al paüroso aspetto, e’ mi cadea
Fuori de’ sensi nelle braccia. Ahi lunghi
Giorni trassi così nè un sol istante
Più ristorarmi nè cader sugli occhi
Poteva il sonno.
« Ma nell’aspra lotta
Vinse la nova gioventù: le membra