Se a lontana taverna semispento
Lumicino ne appare, alle negate
Porte battendo, le temuta voci
Le cantiniere destano e alle mense
Sedinm beendo a lunghi sorsi e lieti
Di giovinette e di sonanti baci.
« Ahi fu breve la festa: sulla incude
Battono i fabbri le ferree catene
A’ due fratelli: ed una armata turba
Al carcere ne guida. Giovanetto
Egli era più di me; fra i soffocanti
Muri, ne’ ceppi, a tollerar non uso
Ammalò il poveretto; il faticoso
Sospir traendo, fuor di sè, dal forte
Agitato dolor, qui sovra al petto
L’ardente capo reclinava: Io soffoco
Tornar vo’ ai boschi: l’aqua l’aqua: e indarno
Glien porgevo una stilla, lo premea
La non domata sete: per la fronte
Gli correva il sudor gelido; il sangue
Gli sconvolgeva e i sensi una secreta
Fiamma di morbo avvelenato: e più
Non conosceami, e mi cercava e sempre