142 Tu m’hai pur fatte tutte le vergogne:
Io mi credevo ben tu fussi tristo,
E ladro, e ghiotto, e padre di menzogne,
Ma non tanto però, quant’io n’ho visto:
Tu nascesti tra mitere e tra gogne,
Come tra ’l bue e l’asin nacque Cristo.
Margutte gli rispose: E tra’ capresti,
E tra le scope; tu non t’apponesti.
143 Io credevo, Morgante, tu ’l sapessi,
Ch’io abbi tutti i peccati mortali:
Il primo dì, perchè mi conoscessi,
Tel dissi pure a letter di speziali:
Puo’ mi tu altro appor, ch’io ti dicessi?
Questi son peccatuzzi veniali:
Lascia ch’io vegga da fare un bel tratto
In qualche modo, e chiarirotti affatto.
144 Morgante finalmente convenia
Che in riso e ’n giuoco s’arrechi ogni cosa,
E vanno seguitando la lor via:
Erano un dì per una selva ombrosa,
E perchè pure il cammino increscía,
A una fonte Morgante si posa;
Margutte, ch’avea ancor ben pieno il sacco,
S’addormentò come affannato e stracco.
145 Morgante, come lo vede a giacere,
Gli stivaletti di gamba gli trasse,
Ed appiattògli, per aver piacere,
Un po’ discosto, quando e’ si destasse.
Margutte russa, e colui sta a vedere,
Poi lo destava, perch’e’ s’adirasse.
Margutte si rizzò, come e’ fu desto,
E degli usatti s’accorgeva presto.
146 E disse: Tu se’ pur, Morgante, strano:
Io veggo che tu m’hai tolti gli usatti,
E fusti sempre mai sconcio e villano.
Disse Morgante: Apponti ov’io gli ho piatti,
E’ son qui intorno poco di lontano;
Questo è per mille oltraggi tu m’hai fatti.
Margutte guata, e non gli ritrovava,
E cerca pure, e seco borbottava.